Ormai è assodato: il lavoro agile, oggi in modalità obbligatoria causa la pandemia, domani parte della normale quotidianità. Non a caso, da uno studio del Politecnico di Milano si prevede che, data la struttura del tessuto produttivo italiano, il 35% di tutti i lavoratori potrebbe facilmente lavorare in smart working anche dopo il superamento della crisi sanitaria. Mentre da un recente studio europeo dell’agenzia Deloitte emerge che due dipendenti su tre si aspettano di operare in modalità agile anche una volta terminata l’emergenza sanitaria. Insomma il digital skill potrebbe diventare il pilastro del lavoro post-Covid. Secondo Luciano Vetturini, amministratore delegato di Prisma Spa, oggi i progetti di smart working hanno subito una vera e propria accelerazione.
Crescita e innovazione
“In Prisma già da molti anni, con prestigiose realtà istituzionali ed industriali, abbiamo iniziato – in un’ottica di crescita e innovazione – ad occuparci di tecnologie abilitanti allo smart working e in questo senso abbiamo sviluppato progetti ad hoc, in grado di garantire sessioni di lavoro veloci e soprattutto sicure. In particolare – continua Vetturini – la tecnologia VDI (Virtual Desktop Infrastructure) di Citrix che Prisma ha adottato, consente alle persone di svolgere il proprio lavoro ovunque si trovino, garantendo inoltre, elevati standard di sicurezza per la protezione dei dati aziendali”. “Oggi – conclude Vetturini – la progettazione delle infrastrutture dei sistemi è fondamentale per gestire migliaia di connessioni e, con l’ausilio dei data center, distribuirne equamente i carichi creando degli ambienti veloci e sicuri.”