«Il sistema fiscale che scaturisce dalla legge delega approvata dal Consiglio dei ministri, è bene chiarire, non è una vera e propria riforma fiscale, ma una legge che ha definito gli obiettivi e i contorni in cui ci si dovrà muovere. Il nuovo meccanismo avrebbe come basi imponibili da un lato i redditi da lavoro e dall’altro quelli prodotti dall’impiego del capitale, senza più prevedere regimi forfettari e sostitutivi, con una nuova tassazione proporzionale su rendite e patrimoni.
Bene l’obiettivo di riduzione graduale delle aliquote Irpef, che avrà il suo punto focale nell’aliquota del 38% che colpisce il cosiddetto ceto medio (circa 7 milioni di contribuenti), così come il ripensamento dei regimi forfettari per gli autonomi.
Giusto il richiamo al principio cardine della progressività che dovrà ispirare tutti gli interventi normativi necessari.
Molto importante la questione relativa agli enti locali, dove l’eliminazione delle addizionali locali (sostituite da sovraimposte semplificative) e l’eliminazione della quota Imu a favore dello Stato, andranno ben calibrate per evitare squilibri alle già fragili casse degli enti locali.
Sul tema ‘casa’, si giocherà una partita molto delicata: la legge delega prevede l’eliminazione del problema degli immobili non censiti e l’introduzione di nuovi valori patrimoniali e di rendite attualizzate (con revisione periodica) per poter avere dei valori immobiliari più vicini a quelli di mercato. Nell’intenzione del Governo (almeno nelle fasi di avvio dell’eventuale riforma), i nuovi valori non costituirebbero base imponibile per la tassazione che continuerebbe ad essere rappresentato dal valore catastale. Seppur molto generica e poco dettagliata, i margini lasciati ai futuri interventi normativi sono molto forse troppo ampi, riteniamo il progetto e le intenzioni molto condivisibili. Ci spaventano i tempi, molto ampi, per la definizione della riforma organica, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che il tempo è necessario per poter definire in maniera organica un nuovo fisco equo e progressivo, capace anche di dare nuovo impulso al sistema Italia». E’ il commento del presidente di CAF Cia Alessandro Mastrocinque.